Saluti del Segretario Generale (Ulisse) e del Comitato Centrale

(nuovo)Partito comunista italiano

Comitato Centrale

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22 giugno 2019


Festa della Riscossa Popolare federazione Lombardia del P.CARC – Tavolo contro la repressione


Cari compagni,

ringraziamo il compagno Mattia Bertolle per averci invitato a intervenire.

Andiamo dritti al punto. Nel nostro paese la repressione è in aumento. Questo dato significa principalmente una cosa: la borghesia ha paura delle masse popolari, teme che il malcontento per il suo operato cresca e metta a repentaglio il suo dominio. Questo è un punto fondamentale, da non perdere assolutamente di vista: la repressione non è un segno di forza del nemico, ma di debolezza!

La repressione, compagni, è inevitabile. Chi vuol cambiare le cose non può prescindere da questo. Bisogna essere contro la repressione, non temerla, combatterla e rovesciarla contro il nemico. Quando il nemico attacca, se l’organizzazione resiste e contrattacca facendo un’ampia campagna di denuncia e mobilitazione, limita lo sbandamento nelle sue file, aggrega nuove forze e diventa un punto di riferimento per quanti sono contro lo stato presente delle cose: per questo bisogna combattere e non piagnucolare!

Ogni colpo della repressione fa male a chi ne è colpito. Finché è solo, sente solo il male. Ma se guardiamo le cose meglio, chi è colpito non è solo, è uno di noi. Oggi è colpito lui, domani altri. Qui è colpito lui, là sono colpiti altri. Possiamo rivoltare contro la borghesia la repressione. Essa finché può cerca di far credere che il sistema capitalista è un sistema di giustizia, di libertà e di eguaglianza, che è un sistema democratico e che la repressione colpisce solo i delinquenti. Denunciare la repressione serve a far conoscere alla massa della popolazione la realtà che sta dietro la maschera, a incoraggiare alla solidarietà e all’unità, a far comprendere a ogni lavoratore che non è una questione sua individuale di povero disgraziato colpito dai padroni. La solidarietà è un’arma potente: rivolta la repressione contro i padroni e fa capire a chi è solidale come va il mondo, fa capire la forza delle masse popolari.

Il (n)PCI è un partito clandestino. Esso è il retroterra sicuro per tutte le organizzazioni pubbliche, perché 1. con la sua esistenza scoraggia gli attacchi del nemico nei confronti delle organizzazioni pubbliche (se il nemico estende la repressione, conferma che è giusto organizzarsi clandestinamente), 2. crea le condizioni per affrontare efficacemente la repressione e rivoltarla contro il nemico (il partito clandestino non può essere distrutto dal nemico e non si fa legare le mani dalle sue leggi), 3. infiltra suoi uomini negli apparati repressivi del nemico, 4. crea le condizioni per avanzare nella lotta per il socialismo indipendentemente da quale sarà l’azione del nemico (ricorso alla strategia della tensione, alla guerra civile, ecc.).

Uno dei compiti del (n)PCI è ridurre gli effetti negativi della repressione sulle organizzazioni popolari e di rivoltare contro il nemico i suoi attacchi, rafforzando la combattività e l’organizzazione delle masse popolari. Il (n)PCI farà del suo meglio, compagni, per sostenere la vostra lotta contro la repressione, per rafforzarla e per contribuire alla sua vittoria. Allo stesso tempo, la nostra azione sarà tanto più efficace quanto più nuovi compagni si uniranno a noi ed entreranno a far parte delle nostre file, costituiranno Comitati di Partito clandestini nelle aziende capitaliste, nelle aziende pubbliche, nelle scuole, nei quartieri! L’esistenza e l’azione del partito clandestino è componente fondamentale anche per lottare efficacemente contro la repressione.

Vogliamo affrontare un ultimo punto, come contributo al dibattito. I governi delle Larghe Intese (PD-Berlusconi) per quarant’anni hanno governato il paese. Il governo M5S-Lega ha interrotto questa continuità. In molti campi prosegue però le politiche delle Larghe Intese: la repressione di chi si organizza e lotta (gli sgomberi degli occupanti e le cariche contro picchetti, blocchi stradali e scioperi) e la persecuzione degli immigrati parlano chiaro. Questo governo rispetto ai precedenti è più esposto all’azione delle masse popolari. In particolare lo è il M5S che ha fatto del cambiamento del paese la bandiera con cui ha raccolto voti. Questo fornisce maggiori appigli da sfruttare a nostro vantaggio, in questo caso nel campo della lotta alla repressione. Due esempi lo dimostrano:

- la battaglia di Ilaria Cucchi per la “verità e la giustizia” sta creando delle contraddizioni nel governo ad un livello tale che era impossibile con i governi delle Larghe Intese. Le prese di posizione del Ministro Trenta e del presidente del Consiglio Conte hanno rafforzato la battaglia e hanno messo in difficoltà i vertici dell’Arma dei Carabinieri: ora che il depistaggio è venuto fuori cercano di “recuperare il recuperabile” e parlano di presentarsi come “parte lesa”;

- la presa di posizione del Ministro Trenta per il riconoscimento del Sindacato dei Militari, sta alimentando le già forti contraddizioni dentro le Forze Armate e lo scontro di una parte di esse con il governo.

Nella lotta contro la repressione dobbiamo sfruttare con iniziativa anche le contraddizioni del governo M5S-Lega per rafforzare la battaglia in corso, accrescere la mobilitazione e l’organizzazione delle masse popolari, elevarne la combattività e concorrere a creare organizzazioni operaie e popolari che tappa dopo tappa, battaglia dopo battaglia, si rafforzano, estendono la propria influenza, aiutano altri a lottare e a lottare meglio, prendono in mano le redini del paese e istituiscono il loro governo d’emergenza: il governo di Blocco Popolare, un altro passo verso l’instaurazione del socialismo!


Osare lottare, osare vincere!

Un saluto a pugno chiuso a tutti voi!

Il Comitato Centrale del (n)PCI